Radici salde
La Piana degli Ulivi vanta una tradizione agricola secolare quanto gli alberi che la rappresentano.
Sveglia all’alba, lavoro intenso, mani ruvide e nere sono le caratteristiche che contraddistinguono i braccianti da qualsiasi altra tipologia di lavoratore.
La nonna racconta di un tempo ormai lontano in cui, giovani donne e bambine uscivano da casa all’alba, pronte ad affrontare la faticosa “raccolta delle olive”.
Erano gli anni ’30 del Novecento quando, gruppi di raccoglitrici a piedi ed i carri dei fattori, trainati da asini e buoi, affollavano le strade sterrate nei dintorni del centro abitato.
I Ricordi della Nonna
Ricorda i volti segnati dalla fatica ma sempre sorridenti e, riscoprendo la bambina di un periodo storico difficile seppur felice, prosegue con la narrazione. Il susseguirsi dei giorni era scandito da aneddoti e racconti di vita quotidiana che le più piccole ascoltavano in religioso, seppur curioso, silenzio, in attesa del calar della sera, quando giungevano gli uomini per trasportare le olive al frantoio.
La Raccolta
Un tempo la raccolta si prolungava sino ai mesi primaverili, così trascorrevano dunque le giornate tra i mesi di ottobre e maggio, in attesa della “festa” che avrebbe segnato la fine della campagna olivicola.Molto è cambiato con l’introduzione delle macchine, anche nel settore agricolo vengono facilitate diverse mansioni e, in alcuni casi, l’uomo è quasi totalmente soppiantato dalla tecnologia.
Attimi di Convivialità
L’ultimo giorno di raccolta, si lavorava solo al mattino “ma la giornata lavorativa veniva retribuita per intero”, racconta soddisfatta la nonna, per consentire i festeggiamenti durante il pranzo.
Momenti che rimangono inalterati nel tempo, quegli attimi di convivialità e condivisione che ci si regala durante i periodi di raccolta, emblemi per quanti nella vita hanno “sposato” la vita di campagna, oggi come in passato.
